L’aberrazione delle stelle fisse

Trama

In un’apparente situazione di normalità piccolo-borghese, un fratello e una sorella vivono la loro conflittuale relazione di coppia. E’ così che si apre “ L’aberrazione delle stelle fisse “, opera che si presenta fin dall’inizio come una serrata rete di menzogne nei confronti dello spettatore, menzogne destinate a cadere via via che il testo procede svelando le autentiche intenzioni dell’autore.

 Come è possibile conciliare, per esempio, un’ambientazione minutamente realista, con il grottesco disturbo con cui subito si presenta il protagonista. E anche contraddittorio ci sembra l’uso di un linguaggio casalingo, quotidiano, impercettibilmente sfiorato da un’amara comicità a cui si contrappone una realtà drammaturgica che inesorabilmente si stacca da ogni concretezza per diventare invece metafora del “ grande male “ dei rapporti umani e della vita.

Un labirinto di equilibri immutabili, una ragnatela costruita giorno dopo giorno per essere vicendevolmente preda e predatore. Così tra lucciole e domatori, mappamondi e stelle, la vicenda volge al termine lasciando intravedere una via d’uscita.

O forse sarà un altro inganno.

 

Si tratta di un testo che scandaglia tra le devianze, le difficoltà, l’impossibilità di esprimere la nostra individualità  più autentica. Rapporti famigliari malati che possono sfociare da un momento all’altro in situazioni drammaticamente violente o rimanere, per tutta la vita, in uno stallo che lentamente annienta e annulla ogni desiderio.

 

E tutto visto in chiave grottesca, dove riso e pianto si mescolano in un continuum di emozioni, dentro questa gabbia virtuale che imprigiona le potenziali personalità dei due protagonisti.

 

Le musiche, suonate dal vivo dal musicista Emanuele Ballini, scandiranno i tempi e i modi  di questo simbolico attimo di vita.

RECENSIONI